Al volto meduseo

vorrei che tu fossi la morte
e aprissi la mia porta
nel fondo della notte
e io sarò sveglio, pronto,
vedrò nell’ombra il tuo volto d’ombra
e tu dirai: “ci sei?” –
più leggera d’un’ombra
ti poserai sull’orlo, tenderai
le lunghe dita verso le mie palpebre
senza toccarle e andrò
dove non è menzogna,
e il tuo volto di tenebra e d’oliva
diventerà un’icona familiare

vorrei tu fossi il tempo
che da sempre ha promesso
l’ora perfetta,
e mi dicessi: “è l’ora, è qui” –
scivolerai su di me
come acqua sulla pietra levigata

vorrei tu fossi il futuro
che è il sole e la pioggia del presente
e risveglia tutti i semi
ricordi? ti parlai
della luna: io ero adolescente
e tu non eri nata, credo
eri la luna che s’alzava, roggia,
s’imbiancava nell’aria di velluto,
e mi diceva “io
sono la perfezione, la freschezza”
– per questo dico a volte
che se cerco la morte è solo

perché la luna in una strana notte
della adolescenza mi parlò –

Enzo Mandruzzato

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Questa poesia valga come annuncio della sua morte
avvenuta il 10 marzo 2012 alle ore 14:20.
Da molto tempo era pronto
e non ha avuto paura.

 

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ultimo aggiornamento: 14 aprile 2012